"L’abbiamo accesa (al neon!) perché nella nostra lunga domenica non ci passasse di mente".
La scelta di combinare il neon con altri materiali, soprattutto naturali, caratterizza la pratica di diversi artisti dell’Arte povera. Mario Merz, verso la fine degli anni Sessanta, presenta lavori realizzati con elementi vegetali, metallici o oggetti di uso comune, integrandoli con luci al neon. La tecnologia, secondo l’artista, si fa energia vitale e manifestazione simbolica dell’idea di trasformazione. Da qui sviluppa l’idea di creare una scultura non fissa, non geometrica, una costruzione non più costruzione, ma una trasformazione.
La visita, supportata dalla proiezione di materiale fotografico di documentazione, è pensata per ripercorrere l’uso del neon all’interno del panorama artistico contemporaneo citando i casi più emblematici: dalla cultura minimalista all’arte concettuale, rivolgendo uno sguardo particolare al contesto italiano dell’Arte povera, sino alle ricerche più recenti di artisti come Massimo Bartolini, Maurizio Cattelan, Douglas Gordon, Alfredo Jaar, Maurizio Nannucci e Bruce Nauman.
Svolto con la guida di un mediatore culturale, l’appuntamento prevede la proiezione di materiale di documentazione e una visita guidata approfondita alla mostra. A seguire verrà riservato a tutti i partecipanti alla visita un aperitivo presso lo Iuta Bistrot.